La Cassazione penale ritiene che dall'utente di Facebook non ci si può attendere lo stesso rigore informativo del giornalista e lo assolve
"A carico di un soggetto che pubblica un “post” su un social network (nella fattispecie Facebook) non si possono porre oneri informativi analoghi a quelli gravanti su di un giornalista professionista, tenuto conto della profonda differenza fra le due figure per ruolo, funzione, formazione, capacità espressive, spazio divulgativo e relativo contesto".
Con questa massima la Suprema Corte di Cassazione , sezione quinta penale, con la sentenza 3146/2018 ha assolto un utente che aveva inserito un ristorante nell'elenco dei peggiori locali della zona , inserendo un volantino satirico sull'esosità dei prezzi stessi.
L'utente riferiva, con riguardo a quel locale che era gestito da "persone che maldestramente vorrebbero tentare di metterla in quel posto agli abitanti di (OMISSIS), scambiando persone cortesi per persone fesse" , inoltre gettava ombre sul rispetto della pesatura dichiarando che: "neanche il peso dichiarato ci ha molto convinto".
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