venerdì 25 novembre 2011

Tentò di evadere: non c'è reato se le condizioni detentive erano inumane !

Dalle aule del Tribunale di Napoli arriva una sentenza che potrebbe segnare la giurisprudenza in modo notevole, influendo e sollecitando una maggiore attenzione sul sistema di detenzione in Italia.
I fatti si riferiscono alle vicende giudiziarie di H. O. D. S., 29enne transessuale di origine brasiliana residente a Pianura, periferia del capoluogo campano, ed ivi costretto agli arresti domiciliari.
Ma grazie ad un permesso speciale ottenuto dall'autorità giudiziaria, D. S. poteva recarsi senza problemi a Ponticelli per svolgere le proprie mansioni di collaboratore domestico.
Ma essere agli arresti domiciliari e ricevere un permesso particolare significa dover rispettare determinate regole assolutamente rigide relative agli orari nel quale è concesso svolgere la propria attività, norma che purtroppo il brasiliano non riuscì a rispettare la sera del 5 Gennaio, vigilia dell'Epifania, quando, a causa dell'intenso traffico, sforò notevolmente il limite delle 18.30 previsto.
Fu contattato dalle Forze dell'ordine alle 19.05, poiché proprio a quell'ora gli fu fatta visita di controllo, ma ovviamente il pregiudicato non si trovava nella sua dimora. Nonostante le spiegazioni telefoniche fornite da D. S., alle 19.57, orario del suo rientro a casa, fu arrestato e condotto nella camera di sicurezza della caserma di Pozzuoli.
Proprio tra le mura dell'edificio militare si sarebbe consumato l'episodio oggetto di giudizio del giudice Sandra Lotti di Napoli, poiché il ragazzo fu costretto a passare l'intera notte in una camera assolutamente priva di infissi ed esposta alle intemperie del mese decisamente rigido di gennaio, senza poter indossare nemmeno il proprio soprabito, visto che il sistema di regole di detenzione italiano qualifica ogni transessuale come “psicologicamente instabile” e quindi si correrebbe il rischio che un accessorio (in questo caso il soprabito) potesse essere utilizzato per commettere suicidio.
Al mattino seguente, il detenuto riuscì ad uscire dalla camera di sicurezza, con la scusa di dover utilizzare la toilette, tentando, però, la fuga dalla caserma: fu bloccato dagli agenti presenti ed in preda ad una crisi isterica procurò lesioni ad un uomo in divisa ed a se stesso.
La dott.ssa Sandra Lotti ha appunto evidenziato come le condizioni di detenzione alle quali D. S. fu sottoposto fossero state causa scatenante dell'episodio, causando una reazione isterica determinata dalle modalità assolutamente inumane alle quali il giovane fu costretto, decidendo, infine, come sottolineato dal legale della vittima avv. Ciro Renino, che non vi fosse né coscienza né volontà nei comportamenti verificatisi: non solo H. O. D. S. è stato assolto dall'accusa di evasione (e quelle accessorie di resistenza e lesioni) perchè il fatto non sussiste, ma ha deciso anche di far causa allo Stato per “ingiusta detenzione”. ( Tratto da Levante on line )


http://www.levanteonline.net/cronaca/regione/4642-trans-tento-di-evadere-assolto-per-condizioni-di-detenzione-inumane.html

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