venerdì 30 dicembre 2016

Batosta per i lavoratori ! La Cassazione: " Si al licenziamento , se serve ad aumentare il profitto dell'azienda"

dell'Avvocato Ciro Renino

La Suprema Corte di Cassazione rende possibile il licenziamento laddove il motivo sia l'aumento del profitto del datore di lavoro . 
Con la sentenza del 7 dicembre 2016 è stato infatti riconosciuta la legittimità di un licenziamento per giustificato motivo oggettivo di un dirigente di resort di lusso che aveva proceduto alla risoluzione del rapporto di lavoro anche senza che vi fosse dissesto economico ed unicamente per ottimizzare i profitti aziendali
Il dipendente aveva perso la causa di primo grado, ma la Corte d'appello di Firenze gli aveva dato ragione, riconoscendogli il diritto alle 15 mensilità.

Ora la causa torna al Giudice di secondo grado, in diversa composizione, che dovrà emettere nuova sentenza sul merito della questione tenendo di conto queste indicazioni della Suprema corte. 

«Ai fini della legittimità del licenziamento individuale intimato per giustificato motivo oggettivo ai sensi dell’art. 3 della I. n. 604 del 1966, l’andamento economico negativo dell’azienda - afferma la Cassazione - non costituisce un presupposto fattuale che il datore di lavoro debba necessariamente provare ed il giudice accertare, essendo sufficiente che le ragioni inerenti all’attività produttiva ed all’organizzazione del lavoro, tra le quali non è possibile escludere quelle dirette ad una migliore efficienza gestionale ovvero ad un incremento della redditività dell’impresa, determinino un effettivo mutamento dell’assetto organizzativo attraverso la soppressione di una individuata posizione lavorativa».

IL SALVAGENTE !

Infine però la Suprema Corte di Cassazione lancia un salvagente al lavoratore licenziato.

«Ove però il licenziamento sia stato motivato richiamando l’esigenza di fare fronte a situazioni economiche sfavorevoli ovvero a spese notevoli di carattere straordinario ed in giudizio si accerti che la ragione indicata non sussiste, il recesso - conclude la massima di diritto della Suprema Corte - può risultare ingiustificato per una valutazione in concreto sulla mancanza di veridicità e sulla pretestuosità della causale addotta dall’imprenditore» 

Se cioè il datore di lavoro non ha detto la verità e cioè , pur essendo l'azienda florida , ha motivato il licenziamento sulla scorta di un inesistente stato di dissesto, in questo caso, c'è la possibilità di poter comunque dedurre l'illegittimità della risoluzione del contratto di lavoro.

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