MAI UMILIARE CHI SI PROPONE COME VITTIMA DI UN REATO
Denunciare 43 anni di violenze domestiche non è semplice . I pregiudizi sono duri a morire ed anche i familiari spesso preferiscono che umiliazioni e vessazioni vengano tenute nascoste .
La nostra assistita ha preso questa difficile decisione e tuttavia nell'udienza in cui è stata ascoltata come testimone, le domande del Giudice e della Difesa dell'imputato non hanno tenuto conto del carico emotivo che vi è dietro questo tipo di scelte.
Che senso ha chiedere per 14 volte, in forme diverse, alla denunciante se avesse o meno abortito ?
Che senso ha chiedere , più volte, se la parte offesa facesse uso di alcool ?
Forse che si tratti di circostanze che possano giustificare le botte e gli schiaffi ?
Il Tribunale ha invece avallato questa strategia ed il difensore della parte civile è stato costretto a fare da scudo .
E tuttavia se il Giudice decide di recitare il ruolo del " cattivo" , il film che ne esce è un B movie.
L'imputato è innocente fino al terzo grado di giudizio e le accuse della nostra assistita potranno anche risultare infondate.
La dignità di chi denuncia deve essere tuttavia sempre garantita.
Avvocato Ciro Renino
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